Perché possiamo sciare giù per delle piste ripide?
Un speciale attacco sviluppato dell'austriaco Mathias Zdarsky ha reso possibili discese e curve su terreni ripidi.
Con le cosiddette "racchette da neve norvegesi", come venivano chiamati gli sci nel XIX secolo, era possibile fare delle discese, ma su terreni scoscesi lo sciatore raggiungeva presto i suoi limiti, perché con la tecnologia esistente era praticamente impossibile fare le curve. L'austriaco Mathias Zdarsky (Foto 1) ha voluto cambiare questa situazione e ha cercato delle soluzioni. In Norvegia, Sondre Norheim aveva già inventato lo stile del telemark negli anni Sessanta del XIX secolo, con il quale era possibile sciare anche curve ampie; la sua motivazione però era piuttosto quella di poter sciare nella neve profonda (non c'erano ancora piste da sci) con il massimo del feeling e del divertimento possibile.
Zdarsky sviluppò un nuovo attacco da sci che fissava gli scarponi non solo sul davanti, ma anche sui lati e alla suola. Grazie alla migliore aderenza, le curve ora erano molto più facili da prendere. Oltre all’innovazione tecnologica, fornì anche innovazioni stilistiche delle tecniche da sci, che ha riassunto nel libro di testo, ‘La tecnica dello sci di Lilienfelder (Lilienfelder Skilauf-Technik)’ del 1911. Caratteristica dello stile di Zdarsky è stata la 'Alpenlanze', un lungo palo che serviva da innesco per la voltata d’appoggio (Fig. 2+3). Per potersi esercitare nelle curve, Zdarsky infilava nella neve dei paletti, che sono in seguito diventati lo slalom moderno. Rispetto al carving di oggi, fare le curve ai tempi di Zdarsky era ancora piuttosto complicato - ma il principio di riuscire a sciare giù per una pista, facendo le curve, è in gran parte merito di Mathias Zdarsky.